Lotta alle emissioni di CO₂: il contributo dell’idroelettrico mondiale ed italiano
Il settore dell’energia è responsabile del 40% delle emissioni globali di CO₂ il che lo rende il principale contributore individuale al riscaldamento globale. Per limitare l’aumento delle temperature globali a 1,5°C, è necessario “decarbonizzare” rapidamente questo settore per provare a raggiungere il difficile obbiettivo delle emissioni zero entro il 2050.
di Frosio Next
Dicembre 2024
Una sfida globale
Se l’energia idroelettrica fosse sostituita dalla combustione di carbone o gas, le emissioni annuali aggiuntive di carbonio sarebbero enormi, pari a circa 2,6 miliardi di tonnellate (approssimativamente equivalenti alle emissioni annuali totali dell’India oggi) e 1,3 miliardi di tonnellate (più delle emissioni annuali del Giappone, ad esempio). Tali emissioni sarebbero chiaramente incompatibili con l’arresto del cambiamento climatico.
Parallelamente all’auspicato processo di decarbonizzazione, ci si aspetta che il livello complessivo di generazione di elettricità aumenti di oltre il doppio man mano che le economie crescono e l’elettricità sostituisca altri combustibili in una vasta gamma di settori, compreso il settore dei trasporti. L’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) e l’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili (IRENA) stimano che la domanda globale annuale di elettricità dovrà crescere fino a circa 75.000 TWh entro il 2050, quasi tre volte la domanda attuale (28.000 TWh nel 2021, 28.700 TWh nel 2022).
Obbiettivo emissioni zero entro il 2050
L’energia idroelettrica rappresenta attualmente la fonte più grande di elettricità rinnovabile, con oltre 1.300 GW di capacità installata che forniscono oltre il 15% dell’elettricità mondiale. Per l’obiettivo più ambizioso delle emissioni Zero (limitare l’aumento della temperatura al di sotto di 1,5°C), i numeri sono ancora più elevati, con almeno 2.500 GW di capacità necessaria (circa il doppio della capacità installata attuale). Pertanto, l’energia idroelettrica avrà un ruolo chiave nei futuri sistemi energetici non dimenticando l’importanza dei fattori economici, ambientali e sociali nella valutazione del potenziale dei futuri progetti.
Fonte: IHA “2023 World Hydropower Outlook – Opportunities to advance net zero
Una roadmap ambiziosa
La crescita mondiale dell’idroelettrico negli ultimi anni appare costante (37 GW di miglioramento sulla capacità installata totale dell’anno precedente tra 2021 e 2022) e rivela un impegno ammirevole anche se non ancora sufficiente per raggiungere realisticamente l’ambizioso obbiettivo delle emissioni zero entro il 2050. Nel quadro generale delle energie rinnovabili si stima che i contributi dell’energia eolica e solare cresceranno fino al 70%, mentre la capacità di carbone, petrolio e gas dovrà ridursi a un ritmo di 100 GW all’anno. Tutte le tecnologie basate sulle rinnovabili dovranno intervenire per assumere il ruolo di “custodi della rete” e supportare l’idroelettrico in questo complicato periodo di transizione.
Le proiezioni pubblicate dall’AIE (Agenzia Internazionale per l’Energia) mostrano come, in un’economia decarbonizzata, ci si aspetti che l’energia idroelettrica diventi la principale fonte di elettricità, contribuendo con oltre il 40 per cento della produzione annuale (circa 22,700 TWh) di questo gruppo entro il 2050. Una roadmap ambiziosa: la produzione idroelettrica dovrà raddoppiare nei prossimi 25 anni, raggiungendo come detto una capacità installata complessiva di oltre 2,500 GW, di cui quasi 420 GW prodotti da impianti a pompaggio.
Potenza installata totale per paese – Fonte: IHA “2023 World Hydropower Outlook – Opportunities to advance net zero
Il contributo italiano nella sfida alle emissioni di CO₂
Anche l’Italia si confronta con questa sfida urgente: la necessità di ridurre le emissioni di CO₂ e affrontare il cambiamento climatico. In questo contesto, le energie rinnovabili emergono come un’arma fondamentale per affrontare il problema in modo efficace. Riportiamo in seguito alcuni spunti e dati sul contributo dell’idroelettrico italiano nella “lotta” contro le emissioni di CO₂. Il contributo in termini di capacità installata per il 2022 la vede all’ undicesimo posto mondiale con circa 23 GW totali.
Andiamo ora ad analizzare la quantità totale di CO₂ (in tonnellate) risparmiate nell’ultimo triennio grazie alla produzione rinnovabile (registrata dai sistemi Terna) riportando i risparmi per singola fonte: Idrico, Eolico, Fotovoltaico, Geotermoelettrico (fonti geologiche di calore). Viene riportata anche la situazione (ancora parziale) di quest’anno (dati raccolti nella data di pubblicazione di questo articolo).
Il comparto idroelettrico italiano ha permesso di risparmiare oltre 15.020.516 tonnellate di CO₂ nel 2022 anche se verrà ricordato come un anno difficile per le rinnovabili ma soprattutto per l’idroelettrico, colpito come tutto il Paese dai ben noti fenomeni siccitosi. Le energie rinnovabili hanno coperto il 31,1% del fabbisogno elettrico nazionale contro il 35,4% del 2021. La domanda di energia elettrica nel paese è diminuita dell’1% in confronto al 2021: 316,8 TWh (circa 3 TWh in meno).
Un dato in linea a quello degli ultimi dieci anni, con l’eccezione del 2020, anno anomalo caratterizzato dal lockdown causa Covid. Per la prima volta dal 2014 la produzione da fonti rinnovabili scende sotto la soglia dei 100 TWh, ammontando a 98,4 TWh, con un calo di circa 14,8 TWh rispetto al 2021 (-13%). Considerando il trend parziale nell’anno corrente lo scenario previsto sembrerebbe portare ad un timido colpo di coda dell’idroelettrico che potrebbe invertire la tendenza negativa maturata nel 2022 e ricominciare a crescere. Stabili le altre rinnovabili.
E’ significativo riportare anche le tonnellate di anidride carbonica emesse in atmosfera per il 2022 per effetto della produzione termoelettrica, suddivise per le principali classi di combustibili: Combustibili solidi (carbone, lignite e coke), Gas (Gas naturale e Gas di sintesi/residui), Olio Combustibile (petrolio, benzina, cherosene, gasolio e olio combustibile) e Altri (biomasse, biogas, altre fonti di calore) oltre al relativo trend dell’ultimo triennio.
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