Il futuro dell’idroelettrico italiano: tra nodo concessioni e potenziali investimenti
Il governo sta lavorando ad un decreto-legge per normare la riassegnazione delle concessioni idroelettriche: Frosio Next è pronta a cogliere le nuove opportunità di mercato, alla luce dei prossimi sviluppi.
di Frosio Next
Dicembre 2024
Breve storia della normativa
Per inquadrare la materia delle Derivazioni Idroelettriche, bisogna anzitutto considerare che ha per oggetto l’utilizzo di un bene demaniale, l’acqua, la cui titolarità è dello Stato (articolo 822 del Codice Civile e articolo 144 D. Lgs. 152/2006). Essa inoltre riguarda aspetti di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema la cui potestà legislativa, in via esclusiva, è dello Stato (articolo 117 secondo comma della Costituzione). Oltre a questo si tratta la “produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia” che appartiene alla potestà legislativa concorrente tra Stato e Regioni (introdotta con l’entrata in vigore delle modifiche del Titolo V della Parte II della Costituzione – articolo 117 terzo comma).
Per completare il quadro, va menzionato il DPCM 12/10/2000 (Individuazione dei beni e delle risorse finanziarie, umane, strumentali e organizzative da trasferire alle Regioni e agli enti locali per l’esercizio delle funzioni e dei compiti amministrativi in materia di demanio idrico) che ha dato definitiva attuazione al disegno prefigurato dalla L. 59/1997 prevedendo il trasferimento delle competenze alle Regioni, a decorrere dal 1° gennaio 2001. Ciò spiega il motivo per cui, pur rimanendo la normativa principale di riferimento quella nazionale, le Regioni hanno nel tempo emanato specifiche disposizioni valide sul proprio territorio.
Il D.LGS. 79/1999 C.D. “DECRETO BERSANI” (Decreto Legislativo 16 marzo 1999 n. 79) è stato lo spartiacque normativo in materia di derivazioni idroelettriche in quanto ha, di fatto, introdotto il principio di liberalizzazione dell’energia e concorrenza previsto dalla Direttiva Comunitaria. Differenziandosi dal pregresso regime normativo, in base al quale le concessioni in capo ad ENEL non avevano scadenza e le altre avevano una durata fino a 60 anni, ha fissato una proroga al 31/12/2010 per le concessioni di Grandi Derivazioni in scadenza entro tale data e ha definito la scadenza di tutte le concessioni di Grandi Derivazioni ENEL al 2029 (ovvero al trentesimo anno successivo all’entrata in vigore del medesimo D.Lgs. 79/1999).
L’immobilismo del recente passato
Il governo sta lavorando da tempo ad un decreto-legge sugli asset strategici italiani che potrebbe prevedere una riassegnazione ed un allungamento delle concessioni idroelettriche, la maggior parte delle quali scadranno nel 2029. Tutto il settore è ormai da più di vent’anni (D.Lgs 79/1999 – Decreto Bersani) “prigioniero” in una fase di stallo dovuta alla possibilità di mettere a gara le concessioni: tale situazione ha, di fatto, mortificato ogni nuovo potenziale investimento, riducendo l’intervento diretto sulle infrastrutture ad una manutenzione di tipo ordinario ed ultra-conservativo.
Proposta rinnovi e la questione PNRR
Il Governo, in questa fase, sembra volersi allineare alla media europea in termini di durata: si parla di trenta-quarant’ anni. Questo andrebbe ad ampliare l’attuale durata media (trentennale) sugli impianti portando con sé la già citata fiducia in maggiori e continui investimenti nel settore. Se le intenzioni generali sembrano delinearsi in un crescente ottimismo appare più spinosa la necessità di trovare una conformità di massima con le indicazioni del PNRR. Il principio indicato è quello di assegnazione trasparente e competitiva delle concessioni: un punto che se da una parte appare scontato agli occhi della Commissione Europea dall’altro tende inevitabilmente a rallentare l’attuale linea di Governo che punta a proroghe e rinnovi automatici.
I principali soggetti in campo
I principali operatori idroelettrici italiani sono in attesa di decisioni. Tra questi Enel, a fronte di una nuova strategia in seguito alla nomina di Flavio Cattaneo come Ad e Dg del gruppo, sembra avere una linea più chiara, puntando con forza sulle rinnovabili locali e pianificando di investire in prospettiva fino a 5 miliardi di euro. In linea generale gli operatori, in uno scenario di riassegnazione delle concessioni per un periodo minimo di 30-40 anni, fissano in 10 miliardi la “rimanente” mobilitazione di investimenti per un comparto, che ad oggi, rappresenta quasi il 20% del consumo nazionale di energia.
Dati Terna S.p.a – Report Aprile 2023 – https://www.terna.it/it/media/comunicati-stampa/dettaglio/consumi-elettrici-aprile-2023
“Nel mercato italiano Frosio Next non attende il pronunciamento del governo per una riassegnazione o per un rinnovo: la progettazione e la realizzazione degli interventi così come il monitoraggio saranno comunque il passaggio obbligato per i concessionari (uscenti o entranti) a cui saranno assegnate le concessioni“.
“Secondo la norma in lavorazione, alla scadenza delle concessioni, i concessionari potrebbero ottenerne il rinnovo attraverso la rinegoziazione delle condizioni sugli investimenti e i canoni da riconoscere alle autorità regionali. Concessioni più lunghe garantirebbero certamente maggiori certezze alle imprese ed incentivazioni maggiori ad investire. Frosio Next è pronta a dare il suo contributo in questa nuova fase dell’idroelettrico italiano”.
Frosio Next pronta ai futuri sviluppi
In questa fase di crescente fiducia in uno sblocco della situazione e dei relativi investimenti messi in campo, Frosio Next, in continua crescita nei mercati internazionali, guarda con molta attenzione anche allo scenario italiano, pronta ad offrire i propri servizi di progettazione e consulenza per consolidare e rafforzare le infrastrutture del parco idroelettrico nazionale ma anche per intervenire attivamente, in questo periodo cruciale per il settore, con un servizio di analisi e monitoraggio degli impianti (quasi sempre molto datati).
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